domenica 16 settembre 2007

Klimt, Max Klinger e gli altri.



Una esposizione per commuoversi e quando meno te lo aspetti, quando pensi che l'estate ti abbia portato via un po di quel sano misticismo e recondita malinconia che spingono le tue dita ad afferrare il pennello, a fantasticare il mondo e trasporlo sulla tela . Una folla inaspettata, mille persone allo stessa mia ora per assistere al penultimo giorno della mostra " Il Simbolismo" allo GNAM di Roma. E dire che la stavo perdendo. Ho spiegato le mie aluccie in voli pindarici sfiorando le tele meravigliose, le grandiose Salomè ritratte, le fate e i demoni, l'abbraccio in bronzo del figliol prodigo che toglie il fiato per la sua drammaticità lirica, le sfumature di Moreau, i pastelli con le cornici fantastiche di Fernand Khnopff,e in silenzio attendere l'ultima tela che ti aspetti la più bella , Klimt il re, "Le tre età della donna" e te lo ritrovi davanti come un mostro, meravigliosamente. Ma quello che alla fine mi colpisce è la piccola acquaforte di Max Klinger, un bimbo seduto sul ventre della mamma morta, e sul fondo delle colonne e una foresta con tutta la sua allegoria. Grazie anche ad Aubrey Beardsley che si a lui vicino fà la compagnia. Era davvero una mostra da non perdere. Mi spiace per chi non c'era.

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