martedì 21 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
giovedì 26 marzo 2009
lunedì 2 marzo 2009
venerdì 6 febbraio 2009
Kill Bill vol 1 per Eluana....quando un demente ....
Uno stupro si può ... quando si dice che un malato terminale può avere figli...questo è un esempio...bastardo che sei al governo.
mercoledì 4 febbraio 2009
distorta
Sono là...sono di fronte ad uno specchio e faccio le smorfie. No, non avrei potuto mai recitare, non ho la sfacciataggine giusta. Faccio esercizi di introspezione. Dipingo la sofferenza e la diversità e mi chiedono perchè...e me lo chiedono..anche!
Quindi non a tutti pare chiaro.
Mi ricordo dime con una bambola in braccio a 30 anni. Camminavo attorno al tavolo in sala e cantavo.
E in quel momento mi sentivo creativa.
Quando addormentata sul divano, vedevo alzarmi e passeggiare e volevo tornare.
E in quel momento mi sentivo alta.
E più recentemente con in braccio la piccola coppa contenente mio padre sulla salitina del cinerario, sussurravo...un motivo caro...non mi svegliate ve ne pregooooo ma lasciate che io dorma questo sognoooo....
E' in quel momento che mi sono sentita bene.
giovedì 8 gennaio 2009
non so...
Non riesco a pubblicare le foto ormai su questo misero blog e sarò costretta ad abbandonarlo...Voglio raccontare oggi che la mia esistenza è in un periodo fluttuante, nonnso se la lucertola è rimasta incastrata nella pelle che doveva perdere, o è ormai senza pelle. Tutto bene. A volte mi sento fuori come una cucuzza, a volte dissociata, a volte fuggiasca. Ma tutto bene fà parte del cambiamento e dell'età. La voglia di isolarsi ti assale ma con grande senso di peccato e di colpa. Sembra che anche quando squilla il telefono qualcuno voglia frugare nella mia vita. Adoravo stare al telefono ore.Non guardo la Tv da parecchio. Mi annoia. Vado la cinema ma sono pochi i film che mi rapiscono. In realtà temo che la pittura mi abbia portato in una dimensione che non sapevo assorbisse completamente l'anima. E' sbagliato? Chi può dirlo. L'estasi mi porta a visioni notturne e all'insonnia conseguente. L'impossibilità di esprimermi al meglio vive nella stanzetta cupa e nella mancanza di tempo. E' così che odio chi mi disturba quando riesco a isolarmi e a dipingere. Devo crescere.
sabato 6 dicembre 2008
momenti di trascurabile felicità
Francesco Piccolo
Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledi' o a volte anche prima, vedo l'annuncio di un film che aspettavo. C'e' scritto "da venerdi'". Chiudo il giornale sapendo che si apre un tempo in cui una sera, presto, andro a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andro.
Poi arriva il venerdi', e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell'attesa durerebbe poco. Aspetto. Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, quello vicino casa o quello che mi piace di piu', che ha a che fare con la sala ma anche con la strada, e se devo dirla tutta anche con il marciapiede dove all'uscita chiedero a qualcuno una sigaretta e la fumero con un piacere lento. Finiro per scegliere anche il marciapiede dove lascero il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza, o meglio penso di uscire da casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po' prima e passeggiare intorno all'isolato e poi entrare all'ultimo spettacolo.
E aspetto. Aspetto. Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono e so che il prossimo giovedi' tremero perche' da domani forse non c'e' piu', il film. E poi c'e', ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un'agonia che mi aspetta. e' piu' difficile, adesso, piu' lontano, piu' complesso, piu' arduo trovare qualcuno che non l'abbia ancora visto. Solo a questo punto comincia a sedurmi un'idea nuova, maliziosa, e nell'attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz'altro in pratica - una cosa insensata ma alla quale non so resistere: non ci andro. Scalpitero l'ultimo giorno, un giovedi', sapendo che da domani scomparira', telefonero a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perche' e' l'ultimo giorno ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo se qualcuno poi vuole andarci per davvero.
E poi lo lascio andare via quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani diro che me lo sono perso, che mi dispiace. E domani davvero non c'e' piu', e' scomparso. E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato.
Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledi' o a volte anche prima, vedo l'annuncio di un film che aspettavo. C'e' scritto "da venerdi'". Chiudo il giornale sapendo che si apre un tempo in cui una sera, presto, andro a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andro.
Poi arriva il venerdi', e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell'attesa durerebbe poco. Aspetto. Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, quello vicino casa o quello che mi piace di piu', che ha a che fare con la sala ma anche con la strada, e se devo dirla tutta anche con il marciapiede dove all'uscita chiedero a qualcuno una sigaretta e la fumero con un piacere lento. Finiro per scegliere anche il marciapiede dove lascero il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza, o meglio penso di uscire da casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po' prima e passeggiare intorno all'isolato e poi entrare all'ultimo spettacolo.
E aspetto. Aspetto. Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono e so che il prossimo giovedi' tremero perche' da domani forse non c'e' piu', il film. E poi c'e', ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un'agonia che mi aspetta. e' piu' difficile, adesso, piu' lontano, piu' complesso, piu' arduo trovare qualcuno che non l'abbia ancora visto. Solo a questo punto comincia a sedurmi un'idea nuova, maliziosa, e nell'attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz'altro in pratica - una cosa insensata ma alla quale non so resistere: non ci andro. Scalpitero l'ultimo giorno, un giovedi', sapendo che da domani scomparira', telefonero a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perche' e' l'ultimo giorno ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo se qualcuno poi vuole andarci per davvero.
E poi lo lascio andare via quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani diro che me lo sono perso, che mi dispiace. E domani davvero non c'e' piu', e' scomparso. E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato.
giovedì 13 novembre 2008
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