giovedì 22 marzo 2007

Filippo




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Sintesi riflessiva del libro TUTTALPIU' MUOIO e spettacolo teatrale LA VITA BESTIA.
Credo che nella pittura e nella fotografia esiste l'arte dell'autoritratto: vengono in mente i Fiamminghi, Francis Bacon, Paul Cèzanne. Ho cercato di fare il mio autoritratto con l'aiuto di uno specchio. In sostanza la storia banale, comune a tutti, di un'infanzia, adolescenza e quasi-maturità. La ricerca di far rivivere tutti quei passaggi piccoli, semplici, ma fondamentali che ci accomunano. La "tragedia" del primo amore fallito, la scoperta che la propria madre poteva sbagliare, il primo bacio, il sesso, i soldi, i sogni, le canzoni.

Come non amare questo personaggio così alieno e così umano, come non avere l'impulso ascoltandolo di non accarezzare le sue spalle e sussurrargli un grazie di essere così, sperando che dietro la sua diversità (si fà per dire, se anch'io interpreto la mia diversità) non ci sia una marketta.
Io per ora lo amo.

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