sabato 6 dicembre 2008

momenti di trascurabile felicità

Francesco Piccolo
Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledi' o a volte anche prima, vedo l'annuncio di un film che aspettavo. C'e' scritto "da venerdi'". Chiudo il giornale sapendo che si apre un tempo in cui una sera, presto, andro a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andro.
Poi arriva il venerdi', e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell'attesa durerebbe poco. Aspetto. Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, quello vicino casa o quello che mi piace di piu', che ha a che fare con la sala ma anche con la strada, e se devo dirla tutta anche con il marciapiede dove all'uscita chiedero a qualcuno una sigaretta e la fumero con un piacere lento. Finiro per scegliere anche il marciapiede dove lascero il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza, o meglio penso di uscire da casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po' prima e passeggiare intorno all'isolato e poi entrare all'ultimo spettacolo.
E aspetto. Aspetto. Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono e so che il prossimo giovedi' tremero perche' da domani forse non c'e' piu', il film. E poi c'e', ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un'agonia che mi aspetta. e' piu' difficile, adesso, piu' lontano, piu' complesso, piu' arduo trovare qualcuno che non l'abbia ancora visto. Solo a questo punto comincia a sedurmi un'idea nuova, maliziosa, e nell'attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz'altro in pratica - una cosa insensata ma alla quale non so resistere: non ci andro. Scalpitero l'ultimo giorno, un giovedi', sapendo che da domani scomparira', telefonero a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perche' e' l'ultimo giorno ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo se qualcuno poi vuole andarci per davvero.
E poi lo lascio andare via quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani diro che me lo sono perso, che mi dispiace. E domani davvero non c'e' piu', e' scomparso. E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato.

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